Deliziosi frutti ricoperti da spine, i fichi d’India colorano e rendono davvero suggestivo il paesaggio di molte regioni del Sud Italia. La pianta, il cactus, non ha origini mediterranee e nemmeno indiane, nonostante il nome. L’origine è centro-americana, per la precisione, il Messico (non ha caso, sulla bandiera di questo stato è raffigurato proprio questa pianta). Nel bacino del Mediterraneo li portarono i conquistatori spagnoli, oggi si può dire i fichi d’India sono diffusi in quasi tutti i paesi del nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo, sin anche ad arrivare a diffondersi in Centro-Asia.

VARIETA’
Le principali varietà sono tre e si distinguono per la colorazione.
Sanguigna
I fichi d’India sono di un colore rosso intenso, porpora. Varietà molto diffusa soprattutto in Sicilia.
Sulfarina
Varietà molto diffusa, i frutti hanno un colore giallo-arancione.
Muscaredda
I frutti assumono un colore verde chiaro. Varietà molto pregiata.
PROPRIETA’ E BENEFICI DEI FICHI D’INDIA
Deliziosi, dolci, succosi e anche molto nutrienti: contengono sali minerali (in particolare, potassio, magnesio, calcio, ferro), vitamina C e vitamina A, fibre, insomma, tutto quello che serve per combattere efficacemente fatica, stress e avere il carburante necessario per riattivare l’equilibrio neuro-muscolare.

L’unica controindicazione e che bisogna consumarli con parsimonia, se soffri di stipsi e diverticoli: essendo ricchi di semi ad azione astringente, un consumo eccessivo potrebbe causare un blocco intestinale oppure acuire lo stato infiammatorio di questa parte dell’intestino soggetta alla patologia.
USI IN CUCINA
Difficili da maneggiare, ma gustosissimi da mangiare! Colpa forse della scorza dura e delle piccole spine che avvolgono l’intero frutto. Una volta raccolti o acquistati, bisogna privarli delle spine e poi sbucciarli. Molto semplice da fare: basta procurarsi uno scolapasta e metterli sotto il getto dell’acqua fredda, muovendoli un pò.
Solo dopo questa operazione è possibile toccarli con le mani (se temi che qualche spina possa rimanere attaccata alla buccia nonostante il getto d’acqua intenso, usa dei guanti!). Ora, si può incidere la buccia nel senso della lunghezza e con la punta di un coltello, accompagnando il taglio all’interno, senza andare troppo in profondità, e tirandole via con un solo movimento. Una volta puliti, la polpa può essere tagliata e mangiata pezzo a pezzo con una forchetta, oppure servita su uno stuzzicadenti.

In alcune Regioni del Sud Italia si usa conservarli essiccandoli a rondelle spesse, si spolverizza ogni pezzo con una bella presa di zucchero di canna e si aspetta che si secchino, girandoli ogni giorno prima da un lato e poi dall’altro. Un altro metodo di conservazione è legato al mondo delle marmellate e confetture, da spalmare poi su ricotta o come accompagnamento per i formaggi.

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